“La pittura di Eva Bergera è un colpo di spada che mi arriva dritto al cuore. Con questa materia fluida che cancella con un timbro come a mostrare la scomparsa delle tracce, riesce a evocare l'impensabile. All'improvviso penso a quel pezzo di gonna di Monika Lewinsky, un reperto al processo.
La tela diventa il ricettacolo di una storia di donne, la storia del rapimento e del suo dolore trasfigurato dall'immaginario religioso che crea cuori sanguinanti.1