« La Luce è Amore »
Da quando ho iniziato a disegnare da bambino, ha sempre preso piede un impulso professionale a dare un senso al mondo attraverso l'arte. Essendo cresciuto a Londra come italiano, sono molto consapevole del relativismo culturale e di come influisca sul modo in cui pensiamo, agiamo e vediamo le nostre realtà. Proprio come l'inglese, la fotografia è un linguaggio che può essere utilizzato in infiniti modi, dimostrando dove scegliamo di focalizzare la nostra attenzione e manifestare le nostre emozioni più profonde. Fotografo ciò che mi interessa, mi emoziona, mi spaventa e, soprattutto, mi ricorda che sono vivo e connesso agli altri in questo fenomeno che chiamiamo vita.
Il leggendario fotografo Fan Ho è stato un'ispirazione iniziale per questo progetto, con la sua rappresentazione dell'industrializzazione nella Hong Kong degli anni '50; immagini ad alto contrasto di persone comuni sminuite dall'ambiente circostante e parte di un organismo più ampio, quasi come ingranaggi di una macchina. Strangers from the Shadows adatta questa idea all'Europa contemporanea, in particolare all'Italia urbana. Quella che una volta era vista come la terra delle antiche tradizioni e della vita lenta è stata gradualmente globalizzata, diventando una società più grande e frenetica con la sua rivoluzione industriale in corso: l'era delle macchine. Ognuno dei soggetti è una figura anonima nella folla fino a quando l'obiettivo non li mette a fuoco, cogliendoli dall'ombra e ponendoli al centro della scena. "Ognuno porta un'ombra, e meno è incarnata nella vita cosciente dell'individuo, più è nera e densa." - Karl Jung.
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Un viaggio attraverso l'Italia e la sua numerosa quanto simbolica popolazione anziana. A volte le guardo come capsule erose dal tempo e sommerse dalla velocità con cui tutto cambia. Quando ho iniziato il progetto nel 2019, non avrei mai potuto immaginare il significato che la popolazione anziana avrebbe avuto un anno dopo, nel 2020 tra l'epidemia di coronavirus, e che senza mi fossi avvicinato inconsapevolmente a un tema molto delicato nella società italiana contemporanea, qualcosa molto più grande di me. Con il passare del tempo, ho gradualmente sviluppato il desiderio di includere alcuni dei grandi artisti viventi della generazione dei miei nonni. Ho voluto immortalare coloro che hanno contribuito alla ricchezza creativa della seconda metà del XX secolo e hanno influenzato la scena contemporanea. Le parole che accompagnano ogni immagine sono tratte dal Re Lear di William Shakespeare, che racchiude una profonda riflessione sulla vecchiaia, sul conflitto generazionale e sulla fine del potere dell'uomo su se stesso e sul mondo.
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"Shibui" (aggettivo), "shibumi" (sostantivo) e "shibusa" (sostantivo) sono parole giapponesi per esprimere un senso estetico di bellezza semplice, sottile e discreta. “Questa estetica è meglio catturata come un eufemismo letterale, astringente o raffinato in ogni tipo di rappresentazione artistica. Strettamente connessi sono gli ideali gemelli della semplicità e della povertà coltivate (wabi) e della celebrazione di ciò che è vecchio e appassito (sabi)”.
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2023
Maria Mulas, Milano. Ritratti di fine 900' , Milan - IT
2023
Pulcini enogastronomici di Alberto Casiraghy: una mostra in biblioteca , Melzo - IT