« "Grazie per le rose, grazie per le spine" Jean d'Ormesson »
Parlo principalmente di solitudine, disagio, noia. Uso il negativo per creare cose nuove come un albero che trasforma l'inquinamento in aria pulita. Ecco perché mi piace la fotografia concettuale, per eliminare la nozione di bellezza per dare immagini con un'estetica particolare, unica.
Questo progetto riguarda la tossicità della società, come interferisce con come potrebbe essere e cosa si dovrebbe fare. La visione che abbiamo del nostro ambiente è parassitata dai dogmi e dal peso dello sguardo degli altri Ho deciso di degradare i negativi in bianco e nero per ragioni organiche, è più appropriato all'argomento e all'approccio artistico poiché ogni negativo si degrada in modo diverso poiché ogni persona ha un rapporto diverso tra la propria vita e la Compagnia.
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Questa serie parla della soffocante solitudine e della claustrofobia della reclusione. Sentirsi inscatolati come un animale in gabbia, senza necessariamente avere molte speranze per il futuro.
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Come le opere di Vasarely, la figurazione settoriale è una serie che è in linea con le opere di arte ottica. Si tratta qui di percepire forme conosciute senza che esse siano direttamente rappresentate.
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Tutto ciò che resta dopo la festa sono gli espedienti e una certa tristezza. In questa serie entriamo in questo preciso momento in cui ogni motivazione è fuggita e il riordino non è iniziato, questo momento in cui tutto il decoro è da riordinare ma non succede nulla, un momento di incertezza durante la giornata.
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La reificazione del corpo è qualcosa di relativamente comune nella concezione di certe fantasie, dove si stabilisce il feticcio, la parte del corpo si ritrova oggettivata per il desiderio proprio del suo consumatore.
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2023
Exposition APAPCO , Le Touquet - FR